Una macchina fotografica ruota su di un cavalletto modificato, scattando senza sosta alla frequenza di 360 fotografie l’ora, riempiendo nei tempi di apertura della galleria una scheda di memoria della capienza di 4GB a giornata. L’osservazione effettuata della macchina produce registrazioni e memorie autonome; rileva momenti, spazio e tempo limitati. E’ una riflessione sul fatto che oggi, anche grazie al digitale, si producono molte più fotografie in maniera quasi esponenziale rispetto al passato, continuamente e in ogni momento subiamo una saturazione di immagini che di rado vengono poi riguardate e rielaborate. Si tratta di un atto quasi rituale quello dello scatto, che lascia svanire l’immagine a beneficio della sua cattura.