Questo lavoro nasce dal ritrovamento della fotografia di una sconosciuta in un mercatino. E’ un lavoro sul guardare che si basa sull’osservazione ossessiva e sull’indagine della fotografia alla ricerca di una somiglianza personale con la donna ritratta, attraverso un movimento da una parte umano, l’occhio e la mano, e dall’altra meccanico, lo scanner. Il movimento dell’osservare in funzione di un cercare, un movimento di ricerca di un’identità della figura che diventa una chimera fatta di parti di lei, parti di me e parti di altri; diventa una figura idealizzata, scomposta e ricomposta.La scansione diventa un’osservazione digitale assistita dal movimento, che crea una distorsione manuale, non post-prodotta. L’immagine trovata appartiene a un tempo in cui le fotografie venivano fatte in rare occasioni, probabilmente questa fotografia è stata l’unica testimonianza che questa donna abbia mai vissuto. Tramite la scansione questa vecchia fotografia realizzata in maniera analogica è stata digitalizzata, mescolando così i sistemi analogici e quelli digitali in una specie di ibridazione tecnica, amplificata dalla stampa su Polaroid. Le immagini che ne risultano sono figure palesemente (apparentemente) distorte in maniera digitale su un supporto fortemente analogico, come può essere quello della Polaroid che è oggetto oltre che immagine.